Una via alterata in Alzheimer e Sclerosi Tuberosa

 

 

DIANE RICHMOND

 

 

NOTE E NOTIZIE - Anno XX – 04 novembre 2023.

Testi pubblicati sul sito www.brainmindlife.org della Società Nazionale di Neuroscienze “Brain, Mind & Life - Italia” (BM&L-Italia). Oltre a notizie o commenti relativi a fatti ed eventi rilevanti per la Società, la sezione “note e notizie” presenta settimanalmente lavori neuroscientifici selezionati fra quelli pubblicati o in corso di pubblicazione sulle maggiori riviste e il cui argomento è oggetto di studio dei soci componenti lo staff dei recensori della Commissione Scientifica della Società.

 

 

[Tipologia del testo: RECENSIONE]

 

Molte malattie neurologiche e psichiatriche presentano sintomi comuni, nonostante differenze sostanziali in termini di eziologia, patogenesi, fisiopatologia, evoluzione clinica e prognosi. La terapia medica è tradizionalmente concepita in base all’identità nosografica del processo patologico a cui è riferita la diagnosi, e dunque le prescrizioni mediche sono orientate dalla concezione che si ha della malattia e non rivolte ai singoli sintomi. Questo approccio è scientificamente giustificato e sicuramente razionale, perché isolare i sintomi dal contesto del processo per curarli ignorando il quadro patologico complessivo potrebbe causare danni anziché benefici al paziente. Tuttavia, accade che segni e sintomi non caratteristici di un quadro nosografico, non necessari alla diagnosi e poco studiati in relazione all’eziopatogenesi vengano trascurati in sede di prescrizione terapeutica.

Recentemente, l’indagine genetica, neurochimica e molecolare delle patologie ha evidenziato la possibilità di alterazione comune di meccanismi in disturbi dall’eziopatogenesi differente e, lo studio di farmaci concepiti per correggere queste alterazioni, sta aprendo nuove prospettive. Farmaci concepiti per correggere in modo mirato un meccanismo molecolare responsabile di un sintomo comune a processi patologici diversi potranno essere prescritti senza timore, ponendo rimedio a questo difetto terapeutico.

A questo filone di ricerca appartiene uno studio di Farr Niere e collaboratori che ha identificato un’espressione molecolare aberrante di RBP DJ-1 che rende ipoattivi i canali del Ca2+ Tipo-L nei dendriti dei neuroni cerebrali, tanto in una demenza neurodegenerativa, quale la malattia di Alzheimer, quanto in una facomatosi eredo-familiare autosomica dominante, come la sclerosi tuberosa di Bourneville.

(Niere F., et al., Aberrant DJ-1 expression underlies L-type calcium channel hypoactivity in dendrites in tuberous sclerosis complex and Alzheimer disease. Proceedings of the National Academy of Sciences USA – Epub ahead of print doi: 10.1073/pnas.2301534120, 2023).

La provenienza degli autori è la seguente: Department of Physiology and Pharmacology, Wake Forest University, School of Medicine, Winston-Salem, NC (USA); Department of Biology, North Carolina Agricultural and Technical State University, Greensboro, NC (USA); Department of Internal Medicine, Gerontology and Geriatric Medicine, Wake Forest University, School of Medicine, Winston-Salem, NC (USA); Wake Forest Alzheimer’s Disease Research Center, Wake Forest University, School of Medicine, Winston-Salem, NC (USA); Department of Laboratory Medicine and Pathology, University of Washington, Seattle, WA (USA).

La disfunzione dei canali del Ca2+ regolati dal voltaggio di Tipo L (L-VGCC, da L-type voltage gated calcium channels) è presente in molte malattie neurologiche e psichiatriche, e questi canali sono un bersaglio comune a molti farmaci correntemente prescritti; tuttavia, non si sa se i meccanismi molecolari che causano la disfunzione dei canali ionici L-VGCC siano diversi o identici in malattie differenti.

È importante ricordare che i canali L-VGCC integrano i segnali sinaptici per facilitare un gran numero di meccanismi cellulari, ma i processi che regolano la densità di questi canali ionici sono ancora poco studiati. Farr Niere e collaboratori riportano che nei modelli sperimentali di malattie con una segnalazione mTORC1 (mammalian target of rapamycin complex 1) iperattiva, i deficit di attività dei canali L-VGCC dei dendriti sono associati ad aumentata espressione di una proteina RBP (RNA-binding protein) associata a parkinsonismo, una deglicasi: DJ-1.

Le proteine hub, quelle che coordinano l’espressione di proteine che mediano specifiche funzioni cellulari, possono essere de-regolate in una grande varietà di processi patologici. Farr Niere e collaboratori dimostrano che la RBP DJ-1 controlla l’attività dei canali del Ca2+ L-VGCC, attraverso l’espressione della sua subunità α Cav1.2 e della subunità ausiliaria α2δ2. In particolare, DJ-1 lega l’mRNA codificante queste subunità e ne reprime la traduzione soltanto negli stati patologici, e specificamente in modelli preclinici della sclerosi tuberosa o complesso della sclerosi tuberosa (TSC) e nella malattia di Alzheimer (AD).

Coerentemente con questo comportamento patologico di DJ-1, la repressione della sintesi proteica mediata da DJ-1 di Cav1.2/α2δ2 nei dendriti è esagerata nei modelli murini di TSC e AD, con conseguente deficit dell’attività del Ca2+ dei canali L-VGCC nelle arborizzazioni dendritiche dei neuroni cerebrali dei topi-modello delle due malattie.

La scoperta dell’attività di L-VGCC regolata da DJ-1 nei dendriti della malattia di Alzheimer e del complesso della sclerosi tuberosa indica l’esistenza di una via di segnalazione comune alterata, che può essere eletta a bersaglio farmacologico nelle “mTORopatie” cliniche.

 

L’autrice della nota ringrazia la dottoressa Isabella Floriani per la correzione della bozza e invita alla lettura delle recensioni di argomento connesso che appaiono nella sezione “NOTE E NOTIZIE” del sito (utilizzare il motore interno nella pagina “CERCA”).

 

Diane Richmond

BM&L-04 novembre 2023

www.brainmindlife.org

 

 

 

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